venerdì 17 febbraio 2017

Calma piatta

Nessuna nuova, buona nuova.
Così dice un proverbio.
Nella nostra situazione, di famiglie di futuri Exchange student, non è il massimo.
Ora che diversi ragazzi sono stati abbinati alle rispettive famiglie ti aspetti che ogni giorno sia quello giusto, e ogni sera  con delusione ti dici : "forse domani".
Quest'attesa è snervante, tanto più che Alessia, essendo allergica ai gatti e ai cani ha un range di famiglie idonee molto ristretto .
YA ci ha detto che il 95% delle famiglie americane ha un cane o un gatto e nel restante, striminzito 5% devi trovare quelle che sono interessate ad ospitare e tra queste quella che ha interessi in comune con lei.
E' un'impresa ardua.
Pensare che poi la famiglia può arrivare anche pochi giorni prima della partenza e quindi vivere ancora diversi mesi con questa incertezza è stressante.
Per adesso sognamo vedendo i placement dei fortunati che hanno già una famiglia, coraggio verrà anche il nostro momento!



domenica 5 febbraio 2017

Aspettative e confronti

Ragazzi, qui l'ansia aumenta.
Da una parte c'è Alessia che, con i primi placement, ha iniziato la solfa "non mi vuole nessuno, resterò orfana fino ad Agosto".
Dall'altra noi che stiamo studiando la cartina dei placement in cerca di indizi, di un filo conduttore:
il fatto che le famiglie per adesso siano tutte nella zona est vorrà dire qualcosa?
Magari più tempo passa e più ci si sposta a ovest?
Qui sembra di essere in un centro sondaggi prima dell'elezione del presidente degli USA:
ci sono pronostici, teorie, ipotesi ma in realtà brancoliamo nel buio.

Nel frattempo, giusto per mantenere l'ansia sotto controllo sto rileggendo i blog di alcuni ragazzi che non si sono trovati benissimo.
Per quanto ti illuda che sarà un anno meraviglioso è dura ricordarsi che sicuramente ci saranno tante difficoltà e noi, da qui, non possiamo farci niente.
Tanti ragazzi parlano del cambiamento che si è svolto nel loro carattere: hanno imparato ad accettare, a lasciar correre, a non prendersela, ma anche a stamparsi un bel sorriso sulla faccia e andare avanti anche se dentro sono a pezzi.

In realtà credo che siano due gli errori principali che questi ragazzi fanno.
Il primo, già dall ' Italia, è crearsi delle aspettative: è impossibile non farsele, ma si entra in un mondo parallelo perfetto che non può esistere,
Forse è giusto il sistema del Rotary che fa cambiare al ragazzo tre famiglie nel corso del suo anno:
questo perché, secondo loro, le famiglie danno il meglio di sé nei primi mesi, quindi il ragazzo passa da più famiglie e rimane sempre "novità", non so se mi spiego.

Le aspettative nascono anche da una visione stereotipata dell'America: noi la vediamo come un Paese meraviglioso, il sogno americano, la ricerca della felicità enunciata nella Dichiarazione d'Indipendenza, le scuole supertecnologiche, le macchinone, le ville.
E dall'altra parte sottostimiamo la nostra cara e vecchia Italia.
Quanti ne ho letti di post che dicevano di essere stufi di questo Paese: della corruzione, della burocrazia, del provincialismo.
Poi, quando sono là cominciano a cambiare idea, capiscono che non è tutto oro quello che luccica e che l'Italia, per quanto piena di problemi, è ancora il più bel Paese del mondo.

E qui veniamo al secondo errore che voi ragazzi fate: i confronti.
Dopo le prime settimane dove tutto sembra grande e meraviglioso, come visto nei film, comincia la monotonia e la routine e qui iniziano i confronti.
Ci sono ragazzi che si sono trovati male per il fatto di essere dipendenti dagli altri per gli spostamenti.
Qui in Italia ci sono i trasporti pubblici ( sì vabbè non ridete in teoria ci sono), là sei sperso nel nulla.
Qui in Italia ogni città, ma anche ogni paesino ha un centro, dove puoi passeggiare, vedere gente, prendere un caffè: là no.
Qua c'è una vita fuori dalla scuola: là no.
Qua le feste sono wow: là no.
Qua si mangia bene: là no.

Secondo me ha detto bene Iris, una ragazza adesso a Chicago:
"Quando si arriva qui  dovete "chiudere" l'Italia fuori, siete in America per un anno e in questo anno siete persone nuove.
Non si può pensare di venire qui e pretendere di essere come in Italia
Molti ragazzi si sono rovinati quest'esperienza  non riuscendo ad apprezzare le cose diverse, anche quelle brutte."





Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere.
(Pablo Picasso)