venerdì 25 novembre 2016

Black Friday

Oggi negli Stati Uniti è il Black Friday, il "venerdì nero", il primo giorno di shopping della stagione natalizia, quello in cui si fanno i migliori affari.
Per quanto ami l'America questo giorno, secondo me, è pura follia.
Non so se le immagini che arrivano qui rappresentino la normalità o se siano solo degli estremi.
Fatto sta che ogni anno assistiamo alla televisione a scene di delirio collettivo: gente che dorme in macchina nei parcheggi dei centri commerciali in attesa dell'apertura, folle oceaniche che si ammassano contro le vetrine dei negozi aspettando che il malaugurato commesso apra le porte per accaparrarsi l'ultimo modello di telefono o il televisore da un miliardo di pollici.
E non importa se per averli devi  strattonare, spingere, togliere di mano, calpestare qualcuno.
Nel 2008 ci scappò anche il morto: un dipendente di una famosa catena che fu schiacciato da una folla di duemila persone alla ricerca dell'occasione e, sempre lo stesso anno in California, due padri si spararono uccidendosi a vicenda per l'ultimo giocattolo di una nota marca da regalare al proprio figlio.
Il delirio del consumismo.
E pensare che il giorno precedente era il Thanksgiving, il giorno del Ringraziamento, molto sentito negli Stati Uniti, forse più del Natale.
Un giorno in cui tutta la famiglia si riunisce, mangia insieme si riscoprono i valori dello stare insieme e della condivisione.
Per noi italiani è più comune che la famiglia si ritrovi a mangiare insieme; di solito a cena tutti i membri della famiglia mangiano insieme e, anche se sempre meno spesso, la domenica ci si ritrova anche con altri parenti.
In America è raro mangiare tutti insieme e quindi il giorno del Ringraziamento è speciale: sa di cibo fatto in casa, di famiglia, di Amore...ma fino a mezzanotte poi- parenti non vi conosco- e via al centro commerciale!

domenica 20 novembre 2016

Parent letter

Non so se lo richiedono tutte le associazioni, ma la nostra (you abroad) nell'Application Form ha richiesto una lettera in inglese per la futura host family scritta dai genitori naturali del ragazzo.
Ora,  il nostro inglese si è fermato a livello scolastico...di venti anni fa.
L' utilità di frasi  come: "the book is on the table" e "the cat is under the table" mi sembravano fuori luogo tanto più che il gatto neanche ce l' abbiamo.
Comunque siamo partiti con le migliori intenzioni: in fondo non si aspetteranno mica la perfezione no? Se sapessimo l'inglese perfettamente glielo avremmo insegnato noi senza spendere un capitale per mandarla là.
Volevano una lettera che parlasse della nostra famiglia , di nostra figlia e delle aspettative verso questa esperienza.
Non sembra, ma è stato più difficile del previsto: sinceramente siamo una famiglia piuttosto normale, capita di trascorrere la domenica a casa, non abbiamo passioni eccezionali né particolari abilità.

Ma la difficoltà maggiore l'abbiamo incontrata nel descrivere Alessia.
Visto l'importanza di questa presentazione, da cui dipende la scelta della famiglia ospitante, volevamo fare un ritratto di Alessia positivo, ma non troppo, nel senso che non volevamo né potevamo farla passare per la perfezione.
Dovevamo quindi trovare, o meglio, scegliere dei difetti che però non fossero troppo brutti.
Mi spiego: volevamo dire che Alessia è, per dirla gentilmente, ritardataria; ma se poi passa invece il messaggio che è inaffidabile?
Stessa cosa per il disordine, il termine che abbiamo trovato su Google è  untidy  ma significa anche trasandato e non ci sembrava il caso di dare l'idea di una ragazza che non si tiene perché non corrisponde affatto alla realtà.
Perciò abbiamo dovuto dribblare tra interpretazioni e la nostra scarsa conoscenza dell'inglese ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Questo è il risultato che voglio condividere, mi raccomando non copiatelo!



PARENT LETTER TO THE HOST FAMILY



Our family is very united and harmonius and when there is a problem, we try hard to help each other.

We love to spend time all together having fun, watching a good film, playing, talking about what has happened during the day.

Every day we have homemade dinner together.

When my wife and I have free time, we go for long walks, we cook new recipes for our friends and spend time with them, we read a good book or we use the internet. We also like amusement parks and every year we go to one of them in Italy.

We like travelling both in Italy and abroad.

We love the USA; the national parks with amazing nature are wonderful and the people are always kind and friendly.

We love Italy because there is a good weather, great food and beautiful landscapes.

Florence, where we live, is known for its great artistic heritage and it's a fairly small and livable city.

We don't like noise and confusion, rudeness and bullying.

We taught our children to respect everyone and everything, to try hard in what they do and that studying is very important.

We are catholics, but we have great respect for all other religions and cultures.

We think Alessia has a good character.

She is always kind to others and she is honest and sincere. She is social and friendly; she is also clever and an excellent student.

But she also has some flaws: Alessia is sometimes stubborn and she wants to have her ways. She doesn't have much patience.

Her bedroom is sometimes messy and her clothes and books are everywhere!

She doesn't like sports, but she loves spending time with her friends, listening to music, watching TV series, new films or use the internet.

She loves reading books, a lot of books! She is also curios and always ready for new experiences. She's an indipendent and responsible girl. Alessia loves travelling, discovering new places, knowing new cultures and meeting new people.

We are agree with Alessia about the importance of doing this experience as an exchange student. We think that only by doing new strong experiences, young people can understand which kind of person they want to become. This is impossible if young people always stay in the tranquility of their home. We also think that in a so disunited world, hospitality is a great, great value.

Thanks for all. Best regards,

Speriamo che capiscano qualcosa e di non aver scritto grosse cretinate!




giovedì 17 novembre 2016

Sognate

Avendo chiuso il capitolo application form penso ci aspettino mesi di attesa prima di sapere qualcosa.
I prossimi saranno dei mesi fantastici; non credo che i ragazzi la pensino come me ed è vero che moriremo dalla voglia di sapere dove e con chi andranno a finire: ma che valore ha sognare?
Fnchè non arriverà la mail che ti assegnerà definitivamente ad un luogo e ad una famiglia tu puoi sognare di andare in qualunque luogo degli States.
Puoi vederti con il cappello e gli stivali da cowboy nelle gialle pianure del Texas oppure imbacuccato sotto strati e strati di maglioni sulle rive dei Grandi Laghi a -20°.
Forse vivrai in un ranch pieno di animali sperduto nel cuore del Kansas, oppure in una villetta con il giardino e la staccionata bianca nel Maine.
Magari sarai in mezzo alle montagne del New Hampshire, tra orsi e alci, oppure sulle spiagge della Florida, tra palme e bikini.
Forse visiterai le scogliere e i fari del New England, oppure i maestosi parchi dell'Ovest, sarai immerso nell'atmosfera country di un rodeo o nel blues dei paesi del sud-est.
Puoi sognare tutto questo prima di quella mail che ti confinerà in una sola di queste realtà e tutte le altre sfumeranno, saranno le realtà di altri.
Quindi sognate ora che potete, esplorate le mille possibilità e, quando sarà il momento, buttatevi nella vostra esperienza vivendola fino in fondo e tirando fuori il meglio di voi.
Vi lascio con questa citazione presa dal libro che sto leggendo in questo momento ma che penso conoscerete:

"Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto"

                                                                                                        Henry David Thoreau





venerdì 11 novembre 2016

Giornata NO

Finalmente abbiamo spedito l'Application Form e ci possiamo rilassare: il prossimo passo sarà, credo, un' intervista che faranno ad Alessia quelli dell'associazione.
Oggi è accaduta una cosa che mi ha fatto riflettere.
La classe di mia figlia  doveva andare a teatro a vedere uno spettacolo e si dovevano ritrovare direttamente lì alle 9.30.
Il teatro è dall'altra parte della città e, visto che le previsioni davano pure pioggia, da brava mamma responsabile ieri sera le ho consigliato di guardare bene come fare ad arrivare con i mezzi e di non prendere proprio l'ultimo possibile perché ci poteva essere qualche imprevisto.
Ecco, gliel' ho tirata, perché di imprevisti ne sono successi più di uno.
Partita puntuale (cosa più unica che rara) un' ora e un quarto prima dell'appuntamento, si è trovata con due sue amiche e hanno preso il primo autobus.
Sono scese per aspettare il secondo che non è passato e neppure quello successivo.
Il tempo intanto passava e, temendo di fare tardi, ne hanno preso un altro, cambiando tragitto.
Hanno seguito le indicazioni dell'app dell'azienda dei trasporti che li ha portati da tutt'altra parte.
Mi arriva ad un certo punto la sua telefonata e mi dice che è dall'altra parte della città ma non sa di preciso dove e che visto che ormai è tardi vorrebbe tornare a casa.
A questo punto parte la mia metamorfosi: da persona tranquilla e pacata quale sono comincio a strillare al telefono in mezzo alla strada.
Mi ricordo solo di averle urlato qualcosa circa la responsabilità che, se in futuro dovesse andare ad un colloquio oppure sul posto di lavoro, è inaccettabile dire " torno a casa perché ormai non ce la faccio, è tardi".
Accorgendomi che la gente intorno mi guardava strano ho abbassato la voce e le ho consigliato a quel punto di prendere un taxi fino al teatro ma lei nel portafoglio ha solo 5 euro, dove vuoi andare in taxi con 5 euro? Neanche si ferma per farti salire.
Sempre più incavolata penso alla figura che farà con il professore che la sta aspettando e che solo il giorno prima aveva detto " Mi raccomando ragazzi per me la puntualità è fondamentale".
Perfetto.
Intanto l'Ale era sull'orlo di una crisi di nervi e mi ha chiesto di poter tornare a casa ed io , sentendola nel panico le ho detto di fare come preferiva.
Ero inferocita: la settimana prossima avrò il primo colloquio con quel professore e che gli racconto? che la vogliamo mandare da sola in America, dall'altra parte del mondo,  se neanche è capace di arrivare dall'altra parte della città?
Dopo qualche minuto mi arriva un messaggio che hanno preso un taxi e dopo poco che erano arrivate con 10 minuti di ritardo dall'inizio dello spettacolo e "solo" 40 dall'ora del ritrovo.
Poteva andare peggio.
Il prof l'ha fortunatamente presa sul ridere e ha detto  che possono esserci giornate no e penso che questa fosse proprio una di queste.
Tornata a casa, con calma, mi ha poi raccontato che, dopo la nostra telefonata si è calmata, ha visto un taxi fermo al semaforo poco distante, l'ha raggiunto correndo prima che scattasse il verde e gli ha chiesto se con 30 euro (  la cifra che avevano messo insieme tutte e tre) riuscivano ad arrivare al teatro in questione ( questa scena mi fa tanto Dickens).
Così, per la modica somma di 11 euro in tre, le nostre eroine sono riuscite a concludere la missione.
E vissero tutti, ma soprattutto la mamma, felici e contenti.

Riflettendo su questa bellissima giornata e maledicendo simultaneamente il traffico, la pioggia e gli autobus inaffidabili ho però apprezzato che Alesia, dopo il primo momento di panico (ok, diciamo mezz'ora), si sia calmata, abbia analizzato la situazione e alla fine sia riuscita, anche vincendo la timidezza, a risolvere il problema.
Spero che le serva da esperienza, perché l'anno prossimo, quando sarà negli USA dovrà confrontarsi con posti assolutamente sconosciuti, se dovrà chiedere aiuto non potrà farlo nella sua lingua, e non ci sarà la mamma dall'altra parte del telefono a strillarle contro.




venerdì 4 novembre 2016

Riflessioni per i genitori

In tanti blog e forum di ragazzi che vorrebbero partire per un' Exchange year trovo la difficoltà nel convincere i genitori.
Partiamo con il dire che è un progetto molto costoso, o perlomeno per noi lo è, ma non vorrei che questa motivazione fosse solo un paravento per nasconderne altre.
Proviamo a ipotizzarne alcune:

-Difficoltà a lasciarli andare: in Italia siamo ancora molto chiocce, vorremmo i nostri "bambini" sempre accanto: un po' per controllarli, un po' per proteggerli e un po' anche per paura di perderli.
Vi racconto questo episodio che mi è capitato poche settimane fa:
io lavoro nella grande distribuzione e un giorno mi capita di parlare con un mio collega, un ragazzo giovane, arrivato da poco.
Mi racconta che è laureato in fisioterapia, al che io parto con la mia boccaccia: "e che ci fai qui?"; lui mi racconta che ha provato a partecipare ad un concorso a Torino ma è stata un'esperienza negativa, con i soliti raccomandati e quindi secondo lui è inutile anche provarci.
Allora gli ho buttato lì l'idea dell'estero, magari restando comunque in Europa, ma lui mi ha detto "No, scherzi? Solo l'idea mi terrorizza e poi  se lo dicessi a mia mamma le prenderebbe un colpo, sai più vicino sono e più lei è contenta".
Io sono rimasta a bocca aperta.
Ma come? Hai studiato, ti sei fatto un mazzo, hai delle competenze specifiche e, per restare accanto a mammà, butti all'aria i tuoi sogni e una professione che ti piace?
Perciò la mia riflessione è questa: se i nostri figli ci chiedono di fare l'esperienza di un periodo all'estero valutiamo bene la vera ragione per cui gli rispondiamo di no: se è per una reale impossibilità o se invece entrano in gioco le nostre paure e i nostri egoismi.












-Paura oggettiva: con quello che si vede in televisione è normale avere timore a mandare i figli dall'altra parte del mondo.
Parlo degli USA perché è dove andrà mia figlia: da lì, un giorno si e l'altro pure, arrivano notizie di violenze contro la gente di colore, gli omosessuali, di attentati terroristici, incendi devastanti, uragani, Trump...
Per non parlare dei programmi alla tv.
Mi è capitato una mattina di vedere tutta una serie di programmi, mi pare sul canale 9, reality ambientati negli Stati Uniti tipo Disappeared dove la gente sparisce e spesso non si sa che fine fa, oppure storie di serial killer, tremendo!
Però se stiamo a cercare tutti i possibili pericoli non usciremmo più di casa e anche lì di questi tempi c'è da avere paura.
Quindi via, una botta di ottimismo ci vuole!




-Questione economica: qui c'è poco da fare: i numeri sono numeri, non si scappa.
Quando ho visto il costo del  programma  mi è preso un colpo: e meno male che le famiglie non si fanno pagare!
Ma sembra che queste tariffe derivino dal ricercare le famiglie (faranno un porta a porta?) e da tutto l'ambaradan dei documenti e visti vari.
L'unica possibilità per poter risparmiare qualcosa è  partecipare ad un bando di concorso: per i programmi scolastici e per i programmi estivi esistono centinaia di borse di studio totali o parziali messe a concorso da molte aziende, enti, fondazioni o banche italiane, in collaborazione soprattutto con Intercultura. Tali borse sono generalmente riservate ai figli dei dipendenti o a studenti residenti nella zona in cui opera l’ente.
Esiste poi un programma, mi sembra si chiami Itaca, per i figli dei dipendenti pubblici che è presente anche in molte associazioni.
Un'altra possibilità è il Rotary. Non mi sono molto informata ma credo che si debba venire presentati da uno associato e, se il ragazzo viene ritenuto idoneo, il Rotary finanzia il programma.
Il candidato dovrà partecipare solo con una quota minima.
Con loro però credo sia previsto un cambio di tre famiglie durante il soggiorno.


Certo dovremo anche valutare l'importanza che ha questo desiderio per nostro figlio: se alle nostre prime perplessità lascia perdere forse non era veramente convinto e allora probabilmente  abbiamo fatto un favore a lui e al nostro portafoglio.
Ma se invece insiste e non si tira indietro forse sarebbe giusto provare ad andargli incontro.

Noi per affrontare questa spesa abbiamo rinunciato ad un viaggio che stavamo organizzando già da un po', vorrà dire che ci faremo una settimana qui in Italia giusto per accontentare l'altro figlio.
Alessia da parte sua ha ridotto tantissimo le uscite al cinema e in pizzeria, gli acquisti di vestiario e di scarpe al minimo indispensabile.
Per le  festività, compleanno e pagelle varie è già d'accordo con i parenti che preferisce soldi a regali e quest'estate si è data da fare per vendere i libri scolastici dell'anno scorso.

Per noi non è una grande rinuncia non andare al cinema o al ristorante, non avere l'ultimo modello di iphone, il suv o i vestiti firmati.
In ogni caso non avremo speso in queste cose, certo intaccheremo anche i nostri risparmi ma credo che ne valga la pena.
Comunque questo è un discorso molto oggettivo e delicato, ognuno deve valutare la propria situazione e le proprie priorità.
Vi lascio con questa poesia di Gibran che mi è sempre piaciuta un sacco.






I vostri figli

I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suoi vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-7735>