mercoledì 25 gennaio 2017

Alimentazione negli Usa

Credo che tutti gli Exchange student e tutti i loro genitori siano preoccupati da un aspetto di questa esperienza, tanto più se si svolgerà negli Stati Uniti: l'alimentazione.
E' risaputo che la cucina italiana è imbattibile: a questo dogma affianchiamo quello che invece in America si mangia veramente male e siamo a posto.
Il "mangiar male" non è riferito ai cibi che possono essere anche gustosi e accattivanti: un hamburger o delle costine alla griglia ogni tanto non sono male ( se non consideriamo che le servono con una specie di marmellata dolce), e si può anche sperare di capitare in una famiglia che non cena 6 volte la settimana in un fast food; il problema è che non hanno una cultura del cibo, dell'importanza di frutta e verdura, del non mangiare a tutte le ore.
A lungo andare anche hamburger, patatine e bibite vengono a noia e tanti ragazzi si lamentano  della mancanza del rito del pasto in famiglia.
A questo aggiungiamo che anche i ragazzi più coscienziosi, che proveranno a comprarsi della frutta e verdura per conto loro, si troveranno a sostenere delle spese non indifferenti.
Questo è un aspetto che un po' mi preoccupa visto anche la durata del programma, è vero che probabilmente i ragazzi faranno qualche tipo di attività fisica ( non Alessia che sta all'attività fisica come Trump sta ai diritti civili) che li aiuterà a smaltire, ma il rischio di lasciarsi ingolosire dalle schifezze industriali americane è reale.
Perciò un altro obiettivo che ho, prima della partenza di Alessia, è che impari almeno qualche piatto italiano, un po' perché forse la famiglia ospitante se lo aspetterà e un po' perché alla peggio, ogni tanto, si potrà cucinare qualcosa di decente.





Il corpo diventa ciò che sono gli alimenti, come lo spirito diventa ciò che sono i pensieri.
(Anonimo)


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