domenica 8 luglio 2018

Post finale

Eccoci a due settimane dal rientro di Alessia.
E' stato emozionante andare a prenderla all'areoporto, rivederla "dal vivo" dopo 10 mesi e ritrovare la nostra bambina.
Non è diversa, è lei, magari più indipendente e decisa ma sempre lei.
Con lei sono arrivati (fortunatamente) anche i suoi 5 (!) bagagli ( tutti ricordi assolutamente indispensabili).
La prima settimana l'ha trascorsa a dormire, veramente dormiva tutto il giorno e sodo!
Sarà stato il jet lag o più probabilmente il fatto che la notte parlava con i suoi amici americani visto le 9 ore di differenza di fuso orario.
Tempo per riprendersi ce n'è stato poco perchè poco dopo il suo rientro sono venuti a trovarla un amico americano con il fratello.
Perciò, con la casa sottosopra, i bagagli ancora sparpagliati ovunque abbiamo ospitato questi ragazzi e abbiamo quindi anche noi assaporato un po' di cultura americana.
Premetto che la nostra conoscenza dell'inglese è a livello scolastico (di vent'anni fa), generalmente in qualche modo ce la caviamo: ecco, con loro il nulla.
A parte che parlavano a 100 all'ora, si mangiavano mezze parole e il fratello, da me rinominato il ventriloquo, non muoveva neanche le labbra rendendomi impossibile anche la lettura labiale.
La cena e il pranzo erano momenti piuttosto imbarazzanti perchè o regnava un silenzio oppure se, per tutta la durata del primo, ti eri studiata la costruzione corretta di una domanda e trovavi il coraggio di fargliela, partivano con un monologo di dieci minuti a raffica in cui tu cercavi di prendere una parola qua e la e metterle insieme per capire almeno il senso della risposta , ma nel frattempo loro avevano finito di parlare e ti guardavano attendendo una risposta o un commento.
E lì, dopo due pasti  ho trovato il mio trucco: quando capivo che stavano per finire il discorso mi ficcavo in bocca una forchettata di cibo o mi bevevo un bicchierone di acqua cosicché ero impossibilitata a rispondere.
Che figure!
Comunque con loro ho rivalutato l'ordine con cui i miei figli tengono la loro camera.
Alla fine è stata un'esperienza interessante.
A livello scolastico siamo all'inizio di un delirio; Alessia deve recuperare italiano storia e filosofia per il colloquio di settembre ma, frequentando un liceo scientifico, il prof le ha consigliato di studiare gli argomenti principali (praticamente tutti) di mate e fisica per non trovarsi impreparata a settembre.
Perciò tra corsi di recupero, ricerca dei libri, caldo afoso, nostalgia e studio la aspetta un'estate piuttosto impegnativa.

Quest'esperienza volge al termine, è stata lunga, eccitante, emozionante anche per noi genitori.
Per lei è stata la svolta: farà domanda nell'università della città in cui è stata in quest'anno e, se la accettano starà via quattro anni.
Ma è la sua vita e non l'ho mai vista così felice, attiva impegnata, allegra VIVA come quando era là, perciò se sente che quella  la sua strada noi l'appoggeremo sempre.

A tutti i genitori titubanti dico: lasciateli andare, non abbiate paura voi avete dato loro le basi adesso lasciateli trovare la loro strada.


I vostri figli non sono figli vostri...

sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.


(Kahlil Gibran) 






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